alessia.spinzia@gmail.com

Traumatologia Facciale

La chirurgia traumatologica maxillo-facciale pone rimedio alle fratture del volto, che interessano le ossa nasalizigomimascellare e mandibola. Tramite piccole incisioni della cute o nel cavo orale, i frammenti ossei sono stabilizzati nella corretta posizione con apposite placche e viti.

Quali sono le fratture dello scheletro facciale?

I traumi della faccia rappresentano una delle principali situazioni cliniche affrontate quotidianamente dal chirurgo maxillo-facciale.

Le cause sono essenzialmente gli incidenti stradali e sul lavoro, le lesioni di guerra, i traumi sportivi, le cadute accidentali e le aggressioni.

Tutte le ossa dello scheletro facciale possono fratturarsi a causa di un trauma. Le ossa maggiormente coinvolte sono quelle più prominenti, cioè le ossa nasali, lo zigomo, la mandibola, ma anche l’orbita, il mascellare superiore e l’osso frontale sono frequentemente colpite.

Le fratture possono essere composte o scomposte; quando l’osso interessato presenta più rime di frattura si parla di fratture pluriframmentarie o comminute. Qualora uno o più ossa facciali siano interessate il risultato è un fracasso facciale.

Come si manifestano le fratture del volto?

La sintomatologia varia a seconda del distretto colpito.

Una frattura dei mascellari comporta una perdita dell’occlusione dentale e talvolta anche degli elementi dentali.

A livello dell’orbita si manifesta con il classico “occhio nero” sino alla chiusura completa della rima palpebrale.

Se la frattura interessa il pavimento orbitario, il bulbo oculare perde il suo sostegno, si disloca verso il basso e verso l’interno con comparsa di enoftamo (occhio arretrato), diplopia (visione doppia) e limitazione del movimento verso l’alto.

L’interessamento dello zigomo può manifestarsi con un’importante asimmetria del volto, quella dell’arco zigomatico, una delle se parti, può limitare il movimento di apertura della bocca per interferenza meccanica del processo coronoide della mandibola con l’arco zigomatico.

Il coinvolgimento della regione nasale invece può comportare una deviazione della piramide nasale con alterazione dell’estetica.

Come si eseguono le diagnosi di una frattura del volto?

La diagnosi è sempre innanzitutto basata su un attento esame clinico e deve essere confermata dalle indagini radiografiche.

L’ortopantomografia è indicata nelle fratture semplici e principalmente in quelle della mandibola, per lo studio dei traumi più complessi e nelle fratture condilari è necessario ricorrere alla tac del massiccio facciale.

Quest’ultima, infatti, permette di diagnosticare fratture non facilmente valutabili con metodiche radiologiche standard, di vederne l’esatta localizzazione e valutarne l’entità della dislocazione.

Nel caso di trauma a livello dello zigomo e dell’orbita ci si avvale delle classiche radiografie del cranio con diverse proiezioni come la submento-vertice utile per diagnosticare le fratture di arco zigomatico.

La pianificazione terapeutica non può prescindere da un’accurata diagnostica per evidenziare i siti fratturativi e poter scegliere l’approccio chirurgico corretto e ottenere il ripristino funzionale ed estetico della zona coinvolta.

Come si interviene?

 

Il trattamento delle fratture scomposte e dei fracassi facciali prevede un intervento chirurgico in anestesia generale.

Il chirurgo maxillo-facciale, grazie ad un’accurata pianificazione terapeutica ed all’esperienza, può riposizionare, tramite piccolissime incisioni della cute o del cavo orale, i frammenti ossei e stabilizzarli nella posizione corretta.

La fissazione delle fratture può essere affidata all’utilizzo di micro-placche e viti in titanio.

Queste hanno permesso di eliminare quasi completamente la necessità di fastidiosi blocchi e legature interdentarie che caratterizzavano in passato il decorso postoperatorio dei pazienti.

Le moderne tecniche prevedono anche l’utilizzo di placche riassorbibili, valida alternativa indicata solo in alcune tipologie di fratture.

Non tutte le fratture del volto necessitano di un intervento chirurgico, alcune possono essere risolte con un approccio conservativo, come nel caso delle fratture del condilo mandibolare composte, dove una dieta morbida ed un breve periodo di bloccaggio intermascellare sono indicati.

Traumatologia Facciale in Pillole

Richiedi una Consulenza

Privacy

Quali sono le fratture dello scheletro facciale?

I traumi della faccia rappresentano una delle principali situazioni cliniche affrontate quotidianamente dal chirurgo maxillo-facciale.

Le cause sono essenzialmente gli incidenti stradali e sul lavoro, le lesioni di guerra, i traumi sportivi, le cadute accidentali e le aggressioni.

Tutte le ossa dello scheletro facciale possono fratturarsi a causa di un trauma.

Le ossa maggiormente coinvolte sono quelle più prominenti, cioè le ossa nasali, lo zigomo, la mandibola, ma anche l’orbita, il mascellare superiore e l’osso frontale sono frequentemente colpite.

Le fratture possono essere composte o scomposte; quando l’osso interessato presenta più rime di frattura si parla di fratture pluriframmentarie o comminute.

Qualora uno o più ossa facciali siano interessate il risultato è un fracasso facciale.

Come si manifestano le fratture del volto?

La sintomatologia varia a seconda del distretto colpito.

Una frattura dei mascellari comporta una perdita dell’occlusione dentale e talvolta anche degli elementi dentali.

A livello dell’orbita si manifesta con il classico “occhio nero” sino alla chiusura completa della rima palpebrale.

Se la frattura interessa il pavimento orbitario, il bulbo oculare perde il suo sostegno, si disloca verso il basso e verso l’interno con comparsa di enoftamo (occhio arretrato), diplopia (visione doppia) e limitazione del movimento verso l’alto.

L’interessamento dello zigomo può manifestarsi con un’importante asimmetria del volto, quella dell’arco zigomatico, una delle se parti, può limitare il movimento di apertura della bocca per interferenza meccanica del processo coronoide della mandibola con l’arco zigomatico.

Il coinvolgimento della regione nasale invece può comportare una deviazione della piramide nasale con alterazione dell’estetica.

Come si eseguono le diagnosi di una frattura del volto?

La diagnosi è sempre innanzitutto basata su un attento esame clinico e deve essere confermata dalle indagini radiografiche.

L’ortopantomografia è indicata nelle fratture semplici e principalmente in quelle della mandibola, per lo studio dei traumi più complessi e nelle fratture condilari è necessario ricorrere alla tac del massiccio facciale.

Quest’ultima, infatti, permette di diagnosticare fratture non facilmente valutabili con metodiche radiologiche standard, di vederne l’esatta localizzazione e valutarne l’entità della dislocazione.

Nel caso di trauma a livello dello zigomo e dell’orbita ci si avvale delle classiche radiografie del cranio con diverse proiezioni come la submento-vertice utile per diagnosticare le fratture di arco zigomatico.

La pianificazione terapeutica non può prescindere da un’accurata diagnostica per evidenziare i siti fratturativi e poter scegliere l’approccio chirurgico corretto e ottenere il ripristino funzionale ed estetico della zona coinvolta.

Come si interviene?

Il trattamento delle fratture scomposte e dei fracassi facciali prevede un intervento chirurgico in anestesia generale.

Il chirurgo maxillo-facciale, grazie ad un’accurata pianificazione terapeutica ed all’esperienza, può riposizionare, tramite piccolissime incisioni della cute o del cavo orale, i frammenti ossei e stabilizzarli nella posizione corretta.

La fissazione delle fratture può essere affidata all’utilizzo di micro-placche e viti in titanio.

Queste hanno permesso di eliminare quasi completamente la necessità di fastidiosi blocchi e legature interdentarie che caratterizzavano in passato il decorso postoperatorio dei pazienti.

Le moderne tecniche prevedono anche l’utilizzo di placche riassorbibili, valida alternativa indicata solo in alcune tipologie di fratture.

Non tutte le fratture del volto necessitano di un intervento chirurgico, alcune possono essere risolte con un approccio conservativo, come nel caso delle fratture del condilo mandibolare composte, dove una dieta morbida ed un breve periodo di bloccaggio intermascellare sono indicati.

Traumatologia Facciale in Pillole

Richiedi una Consulenza

Privacy

Prenota un Appuntamento

CLINICA MONTALLEGRO

Via Monte Zovetto 27,
16145 Genova

Telefono: (+39)010.3531283

STUDIO PATRONE

Largo Archimede, 1, Int. 12 Sc B
16129 Genova

Telefono: (+39)328.6186881

VILLA SERENA

Piazza Leopardi, 18
16145 Genova

Telefono: (+39)010.3535111

Apri la Chat
Hai Bisogno di Maggiori Informazioni?
Sono la Dott.ssa Alessia Spinzia,
come posso aiutarti?